Mar 15 2014
Gra-fico-PRO VS Gra-furbetto. Parte 1
Ovvero, perché dovresti spendere per il lavoro di un grafico professionista quando il figlio di tuo cugino usa Photoshop?
Beh, noi grafici passiamo ore interminabili a parlarne tra noi: come dei Furbish ci ripetiamo cose che sappiamo già, stupiti e infastiditi dal fatto che per noi siano lapalissiane e ci lamentiamo che gli altri invece non capiscano e si ostinino a non vedere la differenza tra un lavoro amatoriale e uno professionale.
Il problema è molto diffuso, quindi forse vale la pena di parlarne con gli utenti finali, per il bene di tutti.
I campi in cui un grafico lavora sono molti e tutti estremamente specifici e tecnici. Non c’è solo la creatività, per quanto essa sia sicuramente l’aspetto che per primo balza agli occhi e che spesso “la fa da padrone”. In linea di massima per molti lavori la creatività è fondamentale, ma non sufficiente ad ottenere un risultato professionale. Ci sono molte conoscenze tecniche chiamate in gioco, programmi diversi (giuro! Non si fa tutto in photoshop, anche se il figlio di tuo cugino lo fa), e spesso l’esperienza è importantissima per evitare brutte sorprese.
Perché un grafico improvvisato non ci garantisce i risultati di un professionista?
Inizierò col tema dell’esperienza e con un esempio.
Chi di voi si rivolge a un commercialista? Penso che chiunque lavori in proprio o abbia una ditta in Italia si rivolga a un commercialista, un professionista scelto con cura perché affermato e di esperienza.
Ma il commercialista è costoso! Perché non rivolgersi alla cugina di nostro nipote? Studia ragioneria e ha tutti 10, è già al quarto anno. Come non vi fidate? Ma ha tutti 10! E’ intelligente, seria, studiosa e appassionata e un giorno vuole diventare commercialista con un proprio studio. Eppure non vi rivolgete a lei, pensate non abbia abbastanza esperienza. Andrete da lei quando avrà finito gli studi, magari preso una laurea o seguito qualche corso di specializzazione. Poi farà un po’ di apprendistato, si farà le ossa e quando sarà una professionista affidabile sicuramente diventerà la vostra commercialista. Del resto è un lavoro difficile, tecnico, che richiede attenzione, esperienza e aggiornamenti continui. Se il commercialista sbaglia è un disastro.
Ma sapete che anche un grafico che sbaglia può creare qualche problemuccio? Migliaia di euro andati in fumo per un errore nel file di stampa, magari per una distrazione minima.
Ma può andare molto peggio. Un esempio pratico? Qualche mese fa ho visto un pieghevole pubblicitario. Carino nel complesso, una bella creatività, con idee niente male. Una bella quantità di errori, sia refusi, sia accostamenti cromatici non funzionanti, ma comunque un risultato simpatico per un lavoro a costo zero (frutto di volontariato). Lo spulcio mordendomi la lingua per non fare critiche scortesi e poi arrivo alla fine. Mi spavento e chiedo: “Ma questo l’avete pagato?”
Già, perché il grafico aveva inserito una bella cartina, palesemente scroccata da un noto servizio di mappe stradali. Uh, ohhhh!
Ma non è una ottima idea. Perché? Secondo voi sono gratuite? Nonono! Si pagano! E anche care!
Quante ne ho ridisegnate nel tempo perché ditta o cliente volevano risparmiare! Una buona trentina solo della Liguria. E poi stati in giro per il mondo, nazioni Europee.
Insomma, nessuno ci può vietare di disegnarne una noi, ma noi non possiamo usare quelle altrui.
Del resto i servizi professionali che le vendono hanno spese ingenti per produrle e tenerle aggiornate e nessuno di loro le fornisce solo per i nostri begli occhi.
Un professionista lo avrebbe saputo e alla richiesta di inserire la cartina avrebbe proposto soluzioni legali per inserirne una, comprandola o ridisegnandola. Difficilmente questo errore si tradurrà in un problema, ma una denuncia per il furto dell’immagine sarebbe possibile e avrebbe conseguenze piuttosto antipatiche.
Questo è un primissimo clamoroso esempio di perché un grafico improvvisato può costituire un pericolo per il portafogli. A presto per altri approfondimenti sull’argomento!
Apr 3 2014
Gra-fico-PRO VS Gra-furbetto. Parte 2
Continuo sul tema dei rischi di affidarsi a un grafico improvvisato.
Nel primo post ho accennato agli aspetti legali, in particolare al rischio di ritrovarsi con un multone per aver usato immagini senza detenerne i diritti.
Oggi vorrei aprlare di qualcosa di immediatamente tangibile. Gli errori di stampa. Non aprlo solo di errorucci di battitura come scrivere aprlo e aprlare con lettere invertite. Sono fastidiosi ed è antipatico trovarsi con un lavoro stampato che ne contiene. Nel migliore dei casi possiamo ipotizzare un refuso su cui decidiamo di soprassedere, magari una virgola staccata dalla parola prima. Pochi se ne accorgeranno e magari il messaggio non ne sarà penalizzato. Ma se l’errore è più serio si è costretti a ristampare. Magari siamo fortunati e buttiamo via 30-50 euro di volantini, magari siamo un po’ meno fortunati e buttiamo via 1000 euro di libri. Siori e siore, chi offre di più?
Chi paga?
Di certo non lo stampatore. Magari è gentile e ci concede uno sconto sulla ristampa, ma sarebbe, come si suol dire, “bontà sua”.
Chi paga?
Il Gra-furbetto?
Ma se ha guadagnato una miseria! Non “ce li ha” neanche i soldi per la ristampa. Se poi è il figlio quattordicenne di nostro cugino… beh, ci manca il coraggio di chiedere un risarcimento.
Insomma un grafico poco professionale dà una forte percentuale di rischio al lavoro, perché è molto più facile che incorra in errori da principiante o da ignorante e le conseguenze possono intaccare i nostri amati portafogli.
Vediamo qualche altro esempio.
Tempo fa un cliente a me caro mi ha mostrato un lavoro di cui possedeva solo il pdf di stampa. Mi ha chiesto se era possibile apportare modifiche ai testi, direttamente sul pdf. Purtroppo il lavoro conteneva moltissimi testi. Allora ho esordito spiegando che intervenire pesantemente sui pdf di stampa non è consigliabile, che cambiando i testi nel pdf possono saltare i font, ad esempio alcuni caratteri potrebbero essere sostituiti da altri in modo insensato e…
Beh, non ho fatto tempo a spiegare di più, perché lui stesso ha esclamato “Proprio quello che è successo a Pinkopallo!” (Ovviamente non ha detto Pinkopallo, ma il nome del grafico con cui aveva lavorato precedentemente; non lo ricordo e non lo inserirei anche se lo sapessi). Insomma, una mancata conoscenza tecnica potrebbe compromettere un lavoro dall’inizio alla fine. E po1 @ vostro 1l lavoro che @ 1nut1l1zzab1le per v1a delle lettere 1nsensate!
O ancora. Torniamo a qualche anno fa, quando eravamo passati da poco a Indesign CS2. Che bello non dover inviare allo stampatore le immani raccolte dati di XPress, che belli i pdf! Che bella la compatibilità col psd! Ok, a voi importa poco, ma per me è stato un passaggio meraviglioso. Insomma erano momenti di grande innovazione, e quando una tecnologia circola da poco è più facile che anche il tecnico più abile compia un errore. Ed ecco l’episodio: realizzai un opuscolo in 16 pagine, dandomi alla pazza gioia inserendo psd e trasparenze e effetti di moltiplicazione del colore. Il cliente l’approvò dopo le dovute correzioni e modifiche e si arrivò alla stampa. Controllammo le ciano (io, due correttori e i capi) e demmo l’ok alla stampa. E quando ricevemmo gli opuscoli il retro di copertina era viola invece che blu. Cosa farebbe un grafico improvvisato? Si lamenterebbe, “In ciano la quarta era blu, in stampa viola”. E lo stampatore (che ama il proprio portafogli quanto noi amiamo il nostro) risponderebbe che i colori delle ciano non sono affidabili (davvero, lo farebbe, con me ci ha provato). Difficile ribattere. Almeno se non si ha ben presente il processo di stampa. Allora su può ribattere che lo stesso blu negli interni è rimasto blu e quindi non è un’imprecisione della ciano. Ma per mettere davvero i puntini sulle i sarebbe bene far notare che il problema è palesemente nato dall’aver usato un RIP per la ciano e uno diverso per la stampa, e il secondo ha gestito male una trasparenza. Non credo che questo il figlio del cugino lo sappia.
E così ho fornito un altro paio di esempi su come possa essere rischioso affidarsi a una grafico improvvisato, come qualcuno che non conosca bene le regole teoriche (e vi lasci una bella collezione di refusi) o che non abbia qualche nozione tecnica. A presto per altri esempi o altri argomenti!
By Renetta • Grafi-cosa? • 0